Questo è l'unico dipinto dello scultore Francesco Ciusa - poco conosciuto, purtroppo, a livello nazionale. Nato a Nuoro nel 1883 e morto a Cagliari nel 1949.
Ebbe un iniziale successo a soli 24 anni con La madre dell'ucciso esposto alla Biennale di Venezia del 1907 e poi, per diverse ragioni, è stato dimenticato. Tuttavia, merita anche per le altre opere.
Il quadro in questione rappresenta un'antica tradizione sarda, la festa “de is animeddas”, quando, nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre, i vivi, dopo aver consumato il pasto, lasciano la tavola imbandita per le anime dei defunti, che tornano durante la notte a far visita ai propri familiari.
Non ci sono coltelli e forchette, e lo scopo era quello di non favorire i contrasti. Vediamo solo i piatti, i bicchieri, il vino e il pane, sotto una piccola fonte di luce che illumina soltanto il centro della scena. Il resto è oscurità e silenzio, come si addice al tono e al momento della celebrazione.
Il tema è dunque realistico, con riferimenti simbolisti (Elena Pontiggia, Ilisso, 2024).
Francesco Ciusa, La cena dei morti, olio su tela, 1910 ca., 105 x 109 cm, collezione privata (fonte immagine: sito internet Catalogo generale dei Beni Culturali).
Sotto, La madre dell'ucciso, di cui parlerò meglio in seguito.
