L'uomo che non conosciamo è seduto, da solo
di fronte a uno specchio bordato d'argento.
L'immagine riflessa fa da sfondo a un'apparente realtà.
La gente intorno a lui si muove e intorno vaga, alla ricerca delle illusioni.
Le forme sprofondano nella gelata atmosfera
di parole mancate,
di abbracci perduti, di amori celati.
Laggiù, la sua anima persa nel vuoto,
anima di un viandante
che trema di stanchezza nelle ore più buie.
Le luci della sera, ora, sono sempre più vicine.
L'uomo in noi che non conosciamo, trova nell'indefinito
il suo mondo dipinto d'azzurro.
Il dolore non sarà vano forse,
o forse no, lo sarà.
L'uomo che non conosciamo, solo vede se stesso
solo nella luce febbrile di un cielo luminoso, e ci osserva beffardo.