Il saggio "Scrivere poesie dopo Auschwitz" (Giuntina, 2010) della germanista Paola Gnani ricostruisce ed esamina nel dettaglio il complesso legame intellettuale fra due grandi personalità del Novecento. La questione, interessante, nacque da una frase diventata celebre del filosofo tedesco di padre ebreo e madre cattolica Theodor W. Adorno (il cognome è quello materno, l'altro è abbreviato con la doppia vu) che dichiarò nel testo "Critica della cultura e della società" del 1949: «Scrivere una poesia dopo Auschwitz è barbaro e ciò avvelena la stessa consapevolezza del perché è diventato impossibile scrivere oggi poesie».
29 gennaio 2025
Scrivere poesie dopo l'indicibile. Paul Celan e Theodor W. Adorno nel saggio di Paola Gnani
18 settembre 2024
Against all odds - Contro ogni previsione
Meglio non fare previsioni, si potrebbe sbagliare. Oppure no. Nonostante tutto, qualcosa si avvera. A dispetto della storia, delle circostanze, del destino che non lascia molte vie d'uscita.
Una mostra temporanea che ho avuto modo di visitare, aperta fino all’8 dicembre 2024, porta il titolo di Against All Odds, Historical Women and New Algorithim. Ovvero: Contro ogni previsione – Donne storiche e nuovi algoritmi. Non era previsto che la vedessi, proprio perché temporanea. Anche questo è andato contro ogni previsione. Tuttavia, era prevista la mia visita nella città e nel museo che la ospita: Copenaghen e il museo è l’Smk, acronimo di Statens Museum for Kunst, la Galleria d’arte più importante della Danimarca, con un’ampia rassegna di arte danese e nordica, europea e internazionale.
Oggetto della riflessione far conoscere ventiquattro artiste, tutte donne, provenienti dall’area del Nord Europa che, contro ogni previsione, ebbero successo negli anni 1870-1910. Nonostante questo, molte furono ben presto dimenticate. Ragioni storiche e culturali, meno accesso all’arte rispetto ai colleghi maschi, meno opportunità espositive non hanno risparmiato i Paesi scandinavi. Anzi, le artiste dovettero spostarsi nel resto d’Europa creando un vero e proprio movimento transnazionale. L’allestimento è composto da dipinti e sculture e, nella parte conclusiva, da installazioni interattive dell'artista contemporanea panamense Itzel Yard, in arte IX Shells, al suo esordio in un grande palco, sull'intelligenza artificiale e come questa può essere utilizzata per la comunicazione e la comprensione degli eventi. Che il progresso è fra noi lo vediamo tutti i giorni dagli algoritmi. Ma gli algoritmi cambiano vorticosamente e l'intelligenza artificiale ha sfondato in breve tempo. Le opere come quelle esposte nella mostra propongono, oltre al "messaggio" da lasciare all'utente, anche un diverso modo di fruizione dell'arte.
Siamo abituati ad ammirare paesaggi e ritratti realizzati da artisti uomini. La collezione dimostra che non è così o non è così che le cose dovevano andare forse, ma bisogna ri-partire. Dal passato, dal futuro già presente.
Qui sotto alcuni scatti.
Il ritratto del pittore Munch da giovane (1889) solo per fare qualche esempio, e l’autrice è la norvegese Asta Nøreggaard
Quest’altro invece è della finlandese Helene Schjerfbeck, "In cammino verso la chiesa", 1895-1900
Una scultura della danese Anne Marie Carl-Nielsen, "Testa di serpente", 1903-1905
Il grande pannello con le artiste e i loro spostamenti. Dalla grafica emergono i legami e le interconnessioni. Vere e proprie onde di energia e talento.
L'atrio del museo
28 giugno 2024
Sulle tracce di Montaigne
Tra il 1580 e il 1581, Montaigne è tra Francia, Germania, Svizzera e appunto l'Italia. Tiene un diario di questa lunga esperienza che viene però pubblicato solamente due secoli dopo. Il viaggio di Montaigne si interrompe a seguito della sua nomina a sindaco di Bordeaux. Dopo la scadenza del mandato e a causa di un’epidemia di peste, deve allontanarsi dalla città e va a vivere nel suo castello di Saint-Michel-de-Montaigne dove lavora a una ennesima versione dei Saggi. Muore nel medesimo castello il 13 settembre 1592.
Una copia dell'opera è conservata al Museo dell'Aquitania di Bordeaux.
9 novembre 2022
La fine di un'epoca in un murale
Dmitri Vrubel, pittore russo morto pochi mesi fa a causa delle complicanze da Covid, è entrato nella storia insieme a ciò che voleva rappresentare: la fine di un'epoca, quella che ha segnato la Germania (e i destini dell'Europa) dal periodo immediatamente precedente la fine della Seconda Guerra Mondiale quando Usa, Gran Bretagna e Unione Sovietica decisero che il Paese tedesco e Berlino sarebbero stati divisi, cosa che poi avvenne nel 1961, e il 9 Novembre 1989, anno della caduta del famoso Muro che separava appunto la città fra Est e Ovest. Lo scopo dell'accordo era impedire la libera circolazione di beni e persone fra le potenze occidentali e della Nato e quelle filosovietiche del Patto di Varsavia. Risultato della diffidenza e delle ostilità in atto fra i due blocchi vincitori del conflitto.
A oggi sono passati trentatré anni dalla caduta del Muro.
Ritornando a Vrubel, egli volle raffigurare un bacio realmente avvenuto nel 1979 per i trent'anni dalla nascita della Germania orientale fra due leader comunisti, Bréžnev, sovietico e Honecker, tedesco.
Il dipinto subì inizialmente dei danni ma il suo autore si rimise al lavoro ed è quello che si può ammirare adesso anche se (almeno quando l'ho visto io, nel 2017) sono state posizionate delle transenne per evitare ulteriori problemi.
L'opera ha un titolo piuttosto emblematico: "Mio Dio, aiutami a sopravvivere a questo amore mortale". Ma Dmitri Vrubel forse non immaginava che il dipinto realizzato all'indomani della caduta del muro di Berlino su un tracciato del muro stesso, sulla Mühlenstrasse, denominato East Side Gallery, sarebbe diventato un'icona con file di turisti e curiosi per poter realizzare una foto (tra cui chi scrive ora).
Non c'è solo questo murale ma anche altri, nati dal desiderio di libertà e dalla voglia per tutti di lasciare alle spalle un triste passato, di guardare al futuro affinché certe cose non capitino più, senza tuttavia dimenticare. Anzi, proprio per non dimenticare. Un memoriale che vale davvero la pena di vedere dal vivo.
31 ottobre 2022
"Teschio con sigaretta accesa", Vincent Van Gogh
"Teschio con sigaretta accesa" è una delle prime opere di Van Gogh, realizzata negli anni 1885-86 Sicuramente la più macabra ma anche la più ironica. Si ritiene che il pittore olandese abbia utilizzato come “modello” uno scheletro dell’aula di anatomia della scuola di belle arti che frequentava.
Le interpretazioni sul dipinto però sono state le più disparate. Chi ha visto semplicemente una sfida verso le pratiche accademiche, chi invece una preoccupazione per le fragili condizioni di salute in cui versava già da giovane Van Gogh oppure ancora una sfida sarcastica rivolta alla morte. La propria, in particolare.
Il dipinto è conservato al Van Gogh Museum di Amsterdam.
Comunque perfetta per il periodo di Halloween, visto che oggi è 31 Ottobre.
9 ottobre 2022
L'autunno nell'arte
6 ottobre 2022
L'autunno nell'arte
L'autunno è forse fra le quattro stagioni quella più rappresentata dagli artisti delle varie epoche e movimenti. Ciascuno a proprio modo ha espresso questo periodo dell'anno che si contraddistingue per il cambiamento rispetto all'estate che lo precede e per i tipici colori caldi e aranciati. Autunno metafora di ricerca e introspezione.
("Rimpianti d’autunno", 1882)