Donald è un ragazzo ambizioso, ma poco sveglio. Il suo unico sogno è fare un mucchio di soldi, più soldi del padre, facendo il suo stesso lavoro: l'immobiliarista. Non vuole certo essere un fallito come il fratello, pilota di aerei di linea, che il padre in tono di scherno chiama "autista di autobus con le ali", ma nemmeno vuole fare la vita seppur benestante dei genitori. Per riuscirci, capisce di aver bisogno d'altro e inizia a frequentare gli ambienti giusti, quelli che contano, in una New York devastata negli anni Settanta e Ottanta dalle disuguaglianze.
In un locale prestigioso viene avvicinato da un avvocato senza scrupoli, Ron Cohn (interpretato da Jeremy Strong) famoso per dato fattivo contributo nella condanna a morte dei Rosemberg, una coppia di coniugi accusati di essere spie russe - il clima era quello avvelenato dalla Guerra Fredda - che gli insegna le tre regole per avere successo e costruire il suo impero:
1) attaccare sempre
2) negare ogni cosa
3) non ammettere mai la sconfitta.
La conoscenza di Ivana (Maria Bakalova) una modella ceca con cui costruisce una famiglia, non lo allontana certo dai suoi propositi. Anzi, la prepotenza si amplifica. Le persone, dopotutto, compresi i familiari, gli servono solo per raggiungere gli obiettivi. Il Cohn-uomo, per così dire, capirà infatti troppo tardi e con le sofferenze di una malattia che non sempre è una cosa di cui andar fieri il fatto che l'allievo superi il maestro.
The apprentice - Alle origini di Trump racconta una formazione giovanile che via via si fa sempre più crudele e inquietante. Una storia "personale" che fa da modello all'interno della società contemporanea, con anche una critica a certe derive: l'iper consumismo, la diffidenza verso chi è straniero o il considerare la povertà una colpa, per esempio.
Il film è uscito nelle sale italiane l'anno scorso, mentre proprio ieri è stato trasmesso da Sky alla vigilia dell'insediamento di Donald Trump per la seconda volta come Presidente degli Stati Uniti. Quanto al titolo, lo si deve al reality show in cui lo stesso Trump selezionava i futuri top manager. Formula in Italia proposta da Flavio Briatore.
La direzione della pellicola è dell'iraniano-danese Ali Abbasi, con produzione anche americana. Il protagonista è interpretato da un convincente Sebastian Stan.
La locandina del film