28 giugno 2024

Sulle tracce di Montaigne

Ho approfittato del mio recente viaggio a Bordeaux per andare sulle tracce del grande filosofo Michel de Montaigne, che in questa città francese nacque il 28 febbraio 1533.
Conosciuto anche come raffinato aforista, il suo pensiero e la sua saggezza sono di grande attualità per ri-scoprire un nuovo umanesimo: la tolleranza verso le nostre fragili illusioni e debolezze per sopportare i dispiaceri della vita, rifiutare ogni tipo di crudeltà e sopraffazione, e accettare l'esistenza per raggiungere la felicità terrena. Il suo approccio era di stampo razionalista. Solo la ragione può cogliere la realtà e descriverla. L'uomo chiamato a riscoprire se stesso deve porsi continuamente domande. Non ci sono verità ultime per lui.

L'opera principale, che lo ha impegnato per tutta la vita, è costituita dai Saggi, Les Essais in francese. Il termine vuol dire sperimentazioni, ricerche, esperienze, in linea dunque col suo filosofare. Nella prefazione scrive: "Sono io stesso la materia del mio libro". Pubblicata in tre edizioni tra il 1580 e il 1588, analizza la condizione umana nella sua quotidianità. Nel 1580, durante un viaggio in Italia subisce l’azione della censura da parte della Corte pontificia. I Saggi, infatti, vengono accusati di promuovere l’ateismo, di essere licenziosi ed empi. Eliminati alcuni passaggi controversi e ripubblicati, vengono poi messi all'indice e proibiti definitivamente.

Tra il 1580 e il 1581, Montaigne è tra Francia, Germania, Svizzera e appunto l'Italia. Tiene un diario di questa lunga esperienza che viene però pubblicato solamente due secoli dopo. Il viaggio di Montaigne si interrompe a seguito della sua nomina a sindaco di Bordeaux. Dopo la scadenza del mandato e a causa di un’epidemia di peste, deve allontanarsi dalla città e va a vivere nel suo castello di Saint-Michel-de-Montaigne dove lavora a una ennesima versione dei Saggi. Muore nel medesimo castello il 13 settembre 1592.

Una copia dell'opera è conservata al Museo dell'Aquitania di Bordeaux.


Nella "Grands Hommes", zona signorile della città, con numerosi ristoranti e negozi di lusso, c'è la via a lui intitolata, insieme ad altri grandi personaggi della storia e dell'illuminismo francese. 

La statua invece si trova in Place des Quinconces, non distante dal monumento ai Girondini e dove si trova anche la statua di Montesquieu.


Elegante e quasi indolente, Bordeaux, multietnica e moderna, ricca di palazzi liberty e chiese gotiche, è la più protetta al mondo dall'Unesco. Chissà cosa direbbe di lei, oggi, e dei tempi contemporanei, Montaigne. Mentre io, sempre oggi e in queste poche righe, parlo di lui. 






20 giugno 2024

Citazioni importanti, anzi: fondamentali

«Perché scrivi? Io la guardo nei suoi occhi azzurri, poi guardo lo scrittore, dunque guardo di nuovo lei, quindi di nuovo lui, e lui, invece di venirmi in aiuto dice: già, volevo chiedertelo anch’io, ma visto che te l’ha chiesto lei… perché scrivi? Non solo non mi ha aiutato, penso, ma mi ha addirittura rifatto la domanda, e me l’ha rifatta in presenza della sua allieva che sta per essere pubblicata nell’antologia di under venticinque di Transeuropa che lui stesso cura insieme a Brizzi e alla Ballestra; allieva che lui stesso ha invitato, mettendomi in grandissimo imbarazzo, perché avendo letto le mie cose mi voleva conoscere, e me l’ha rifatta con la stessa serietà con cui un attimo prima mi era stata posta dall’under venticinque! Perché respirate? chiesi allo scrittore e alla sua allieva, nello studio dello scrittore. D’altronde non si può mica pretendere che uno risponda seriamente a una domanda del genere, pensavo aspettando l’ascensore. Gli ascensori non arrivano mai, e gli ascensori dell’ospedale arrivano anche più tardi degli altri» (Vitaliano Trevisan, “Un mondo meraviglioso”, Einaudi, 2003).

18 giugno 2024

L'innominabile attuale: citazione

Per alcune delle più grandi imprese, come Google, la sostanza che si muta in denaro e le nutre non è più il petrolio ma la pubblicità. L’imponente rilevanza economica, che è la faccia esoterica della pubblicità, non deve però distogliere dalla contemplazione della sua faccia esoterica, che è la ripetizione. Essenziale, per la pubblicità, è che si ripeta, così come gli atti rituali. La ripetizione garantisce la costanza del significato. Ed è appunto questo compito che è stato delegato dalla società alla pubblicità. Non è poco, anzi è una funzione che fonda il senso di ogni singolo atto. Per questo la mira esoterica della pubblicità è una incessante espansione e reiterazione delle immagini e dei marchi, che si incuneano in ogni alveolo dello spazio psichico. E, se non fossero lì di guardia, tutto potrebbe anche sembrare scialbo o informe. Invece è una cerimonia ininterrotta, a cui non si può sfuggire. Processo che culmina e trova il suo sigillo nei social media, dove all’autoesposizione spontanea del singolo corrisponde una obbligatoria controparte pubblicitaria. Come se ciò che appare non potesse in nessun modo essere disgiunto dalla pubblicità.

15 giugno 2024

Le aspettative

Ho compreso, infine, che le aspettative possono anche andare deluse e che è impossibile non averle. Piuttosto, sempre meglio governarle.
Se il mondo va contro di me o a favore di me non m'importa più. C'è qualcos'altro, di indecifrabile, che mi spinge in luoghi sconosciuti. 

9 giugno 2024

L'arte è "politica"

L'arte è "politica". Perché nasce da una necessità. 
Scrivere un romanzo ha un'istanza politica così come realizzare un dipinto o comporre una musica. 
Non della politica dei Palazzi si tratta. Bensì dell'urgenza di dire al mondo qualcosa che si ha da dire. Un vuoto che dev'essere riempito con uno sguardo oltre o sull'altrove. 
Per questo il vero artista fa della propria vita un'arte, e dove l'arte e la vita coincidono. È tutto un artificio però. La vita dell'artista è destinata a fallire e il vero artista lo sa. L'arte inchioda. La scrittura inchioda. La musica inchioda. L'artista è un genuino commediante. Non vi è scissione alcuna perché vi si dedica con assoluta religione. Ecco che politica come urgenza e religione come dedizione creano l'opera. L'opera però non rappresenta la realtà. La realtà non può essere rappresentata. Se disegno un albero non sarà mai quell'albero disegnato. È un'intuizione che produce bellezza. 
L'infinito-finito mistero dell'arte. 

Ben Vautier

4 giugno 2024

Curiose compagnie

Riporto decisioni e sto a galla. Osservo di lato per mettermi al riparo da giorni sgangherati. 

Il mito di Ifigenia (su Sololibri

Ho parlato oggi su Sololibri della versione di Joan Racine del mito di Ifigenia, ora tradotto in rima da Lodovica San Guedoro:

https://www.sololibri.net/Ifigenia-traduzione-in-rima-Lodovica-San-Guedoro.html 



In foto: Racine. 

(Autore: Photo Josse/Leemage)