31 luglio 2024

"Impunità di gregge. Sesso, bugie e omertà nel mondo dello sport" di Daniela Simonetti

 Talvolta, dietro alcune immagini di vittorie e sconfitte degli sportivi c'è dell'altro. Per fare un esempio su tutti, la campionessa americana di ginnastica artistica Simone Biles, grande protagonista delle Olimpiadi di questi giorni a Parigi, è stata fra quelle atlete che coraggiosamente hanno alzato il velo sul fenomeno degli abusi nel mondo dello sport, in particolare nel suo caso, della ginnastica. Nel link sotto riporto la mia recensione del 2021 al saggio-inchiesta della giornalista Daniela Simonetti, "Impunità di gregge. Sesso, bugie e omertà nel mondo dello sport", edito da Chiarelettere. Per capire, per sapere. 





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13 luglio 2024

"L'estate delle carogne" di Simon Johannin (su Sololibri)

Ho parlato oggi su SoloLibri del romanzo d'esordio di Simon Johannin, "L'estate delle carogne", vincitore del Gran Prix 2017 nella traduzione di Valentina Maini, Alter Ego Edizioni. Questo il link della recensione:

www.sololibri.net/L-estate-delle-carogne-Simon-Johannin.







8 luglio 2024

Chicco di caffè

La mamma mi diceva quando ero bambino: sei il mio chicco di caffè. Mi piaceva sentirmi chiamare così e anche se conoscevo la storia a memoria me la facevo ripetere prima di addormentarmi. Non sempre però, ma solo quando la nonna era andata via e lei non era rientrata troppo tardi dal suo turno all’ospedale.

Una mattina, diceva la mamma sedendosi al bordo del mio letto, ho provato una irrefrenabile voglia di caffè. In casa non ne avevo perché non mi piaceva. Sono uscita di fretta per andare al bar sotto casa dimenticando di cambiarmi. Indossavo una tuta e le pantofole e avevo i capelli in disordine. C’era molta gente al banco e mi sono fatta largo. Tutti mi hanno guardato il pancione, anzi solo quello. Quando hai il pancione nessuno protesta e ti sorridono sempre. Ho alzato la mano come una scolaretta e ho detto al barista, un caffè lungo per favore! Mentre lo preparava osservavo i suoi gesti e nell’attesa mi toccavo il collo. Lui intanto ha messo il piattino sul banco e dopo pochi minuti la tazzina col caffè. Ho aggiunto lo zucchero e infine l’ho sorseggiato lentamente e mi è piaciuto. Non era poi così male. Ho pagato e sono rientrata a casa. Mi sono stesa sul divano e ho contato i giorni che ancora mi separavano da te. Saremo felici insieme, io e lui, mi sono detta, cioè io e te. Saremo felici.

Così finiva il racconto della mamma, e diceva due volte saremo felici. E due volte lo siamo stati, infatti.

Ho una macchia scura sul collo, grande quanto un chicco. Quindi piccola. Non ci sono risposte sul perché io abbia una macchia sul collo che sembra un chicco di caffè. Non so nemmeno se perché, come dicono, la mamma quel giorno ha avuto voglia di caffè e si è toccata il collo. Ma quando lo sfioro penso a lei, mi sembra di sentire la sua voce e ora racconto la storia del chicco di caffè ai miei figli.


4 luglio 2024

I sogni sono desideri?

La scorsa notte ho sognato nonna Checca. La chiamavo così anche se non era nonna in senso legale, per così dire. Francesca il nome, ma lo storpiavo io, bambina. Era la dirimpettaia del palazzo dove vivevo da piccola a Novara e non dico che mi abbia cresciuta, ma quasi, insieme al nonno Andrea, il marito. Erano una coppia di anziani molto signorili, entrambi piemontesi, e ho trascorso a casa loro ore giorni mesi della mia infanzia. Sognare nonna Checca e ricordare di averla sognata mi ha fatto pensare alla mia nonna materna, quella vera, che era sarda, quando mi diceva che sognare un morto porta il vivo. Cioè porta notizie o novità, per brutte o belle che siano. Mi è capitato altre volte di sognare un defunto e non sempre mi arrivavano notizie o novità, brutte o belle che fossero. Insomma, tutto ciò mi ha fatto pensare a quel palazzo dove abitavo. E da quel pensiero me n'è venuto in mente un altro, come per associazione: nel quartiere dove abito a circa mille chilometri da lì, c'è un palazzo che me lo ricorda. Chissà, forse la mia mania dei palazzi è nata così oppure c'è sempre stata, perché ammirare i palazzi delle città, le loro facciate, le finestre, i balconi, mi fa pensare alla vita quotidiana e pensare alla vita quotidiana mi riporta all'essenza reale della vita. Fatta di piccole cose più che delle grandi. Senza scossosi e al netto dei giorni eccezionali. Farò una foto al palazzo come faccio sempre quando uno desta la mia curiosità e le notizie non è detto che arrivino. I sogni sono sogni, ma possono essere realtà e la realtà sta dentro una foto o dentro una parola scritta. 
Sotto, i sogni. Ancora più sotto il palazzo a circa mille chilometri da lì.