4 luglio 2024

I sogni sono desideri?

La scorsa notte ho sognato nonna Checca. La chiamavo così anche se non era nonna in senso legale, per così dire. Francesca il nome, ma lo storpiavo io, bambina. Era la dirimpettaia del palazzo dove vivevo da piccola a Novara e non dico che mi abbia cresciuta, ma quasi, insieme al nonno Andrea, il marito. Erano una coppia di anziani molto signorili, entrambi piemontesi, e ho trascorso a casa loro ore giorni mesi della mia infanzia. Sognare nonna Checca e ricordare di averla sognata mi ha fatto pensare alla mia nonna materna, quella vera, che era sarda, quando mi diceva che sognare un morto porta il vivo. Cioè porta notizie o novità, per brutte o belle che siano. Mi è capitato altre volte di sognare un defunto e non sempre mi arrivavano notizie o novità, brutte o belle che fossero. Insomma, tutto ciò mi ha fatto pensare a quel palazzo dove abitavo. E da quel pensiero me n'è venuto in mente un altro, come per associazione: nel quartiere dove abito a circa mille chilometri da lì, c'è un palazzo che me lo ricorda. Chissà, forse la mia mania dei palazzi è nata così oppure c'è sempre stata, perché ammirare i palazzi delle città, le loro facciate, le finestre, i balconi, mi fa pensare alla vita quotidiana e pensare alla vita quotidiana mi riporta all'essenza reale della vita. Fatta di piccole cose più che delle grandi. Senza scossosi e al netto dei giorni eccezionali. Farò una foto al palazzo come faccio sempre quando uno desta la mia curiosità e le notizie non è detto che arrivino. I sogni sono sogni, ma possono essere realtà e la realtà sta dentro una foto o dentro una parola scritta. 
Sotto, i sogni. Ancora più sotto il palazzo a circa mille chilometri da lì.