Scrivere un romanzo ha un'istanza politica così come realizzare un dipinto o comporre una musica.
Non della politica dei Palazzi si tratta. Bensì dell'urgenza di dire al mondo qualcosa che si ha da dire. Un vuoto che dev'essere riempito con uno sguardo oltre o sull'altrove.
Per questo il vero artista fa della propria vita un'arte, e dove l'arte e la vita coincidono. È tutto un artificio però. La vita dell'artista è destinata a fallire e il vero artista lo sa. L'arte inchioda. La scrittura inchioda. La musica inchioda. L'artista è un genuino commediante. Non vi è scissione alcuna perché vi si dedica con assoluta religione. Ecco che politica come urgenza e religione come dedizione creano l'opera. L'opera però non rappresenta la realtà. La realtà non può essere rappresentata. Se disegno un albero non sarà mai quell'albero disegnato. È un'intuizione che produce bellezza.
L'infinito-finito mistero dell'arte.